LUSSO

Trondheim, 19 Marzo 2017

Carlotta è nata il primo maggio. Un giorno di festa per tutti, così potremo sempre organizzare un ritrovo di tutta la famiglia sparsa in giro per l’Europa.

E’ nata dopo piu’ di due giorni di attesa in ospedale, che a Gabriele saranno sembrati eterni, ma io ricordo a malapena. Nonostante la lunga attesa, il parto è stato naturale. Questo per merito del sistema ospedaliero norvegese, che ha uno dei tassi più bassi di parti cesarei al mondo. Il cesareo, qui, è davvero ‘l’ultima spiaggia’: prima le provano tutte. Ma proprio tutte. E sono disposti ad aspettare tutto il tempo necessario. Nel frattempo i futuri mamma e papà sono ospitati dalla struttura ospedaliera, in camera privata, gratuitamente. Per le madri, tutti i pasti sono gratuiti, mentre ai padri viene offerta solo la colazione. I restanti pasti li può acquistare presso uno dei tanti ristoranti presenti negli edifici dell’ospedale.

Alle 15:07 nasceva  la nostra bimba. Due ore dopo (per le prime due ore si ha l’obbligo di stare sdraiati) giravo per i corridoi del reparto di maternità con la nuova arrivata avvolta in una stretta fascia a tubo che le ostetriche mi avevano infilato addosso non appena avevo messo i piedi giù da letto. “Bimba e mamma stanno benone”, diceva l’ostetrica al telefono della reception, “sono già a passeggio. Te le mando tra poche ore”. Parlava con la collega presso l’hotel dell’ospedale, preannunciando il nostro arrivo: visto che entrambe eravamo in buone condizioni, ci avrebbero trasferito, come da prassi, presso una struttura all’interno del complesso ospedaliero, organizzata come un hotel.

Dopo quattro ore dal parto, il nostro bagaglio era pronto e veniva gentilmente trasportato da un signore che avrebbe accompagnato tutti e tre all’hotel. “Mettete una giacca, nel tunnel può fare freddo”, ci ha detto. Abbiamo scoperto a cosa faceva riferimento quando, scesi con l’ascensore al piano seminterrato, ci siamo trovati di fronte ad una di quelle macchine elettriche che si usano nei campi da golf, con la quale abbiamo attraversato una intricata rete di passaggi sotterranei ben illuminati che collegano tutti gli edifici dell’ospedale. Il nostro accompagnatore ci ha spiegato che questi passaggi vengono usati per i rifornimenti e per i trasferimenti interni. Mi è sembrato  incredibile. E mentre il gentile signore ci caricava i bagagli e ci faceva da autista fino alla nostra nuova destinazione, guardavo Gabriele incontrando i suoi occhi stupiti, come i miei.

Ma le sorprese non erano finite. Il fatidico hotel dell’ospedale è veramente un albergo, solo che ad ogni piano c’è la stanza del medico e delle puericultrici, che arrivano prontamente in camera ad ogni ora al tiro della cordina rossa appesa in diversi punti della stanza e del bagno.  C’è una sala per l’allattamento, dotata di tutto il necessario, una stanza con le scorte (pannolini per mamma e bebè, vestiti per il neonato, coperte, asciugamani, piumoni, salviettine e quant’altro..), un ristorante al piano terra dove le mamme possono mangiare quattro pasti al giorno vari e ben curati. Per le mamme è tutto gratuito. Per i papà, invece, il pernottamento costa l’equivalente di trenta euro al giorno. Una inezia, in confronto al servizio offerto… che oltre ad includere una camera con letto matrimoniale, con cambio e pulizia giornalieri, oltre al bagno dotato di fasciatoio completo del necessario, con lampada riscaldante e servizio di assistenza 24 ore su 24, visite mediche per il bambino e passeggini a disposizione per andare a passeggiare fuori all’aria aperta, prevede anche un pacchetto di corsi sull’allattamento, su come fare il bagno, sulla pulizia e la cura del neonato.

Insomma: ora so cosa è il vero lusso. E capisco che si possa fare solo in un paese con una consistente disponibilità economica e con poche persone che usufruiscono del servizio. Ma penso anche che questo paese ha scelto di guardare lontano, perché, tra le tante cose nelle quali potrebbe investire, ha scelto di investire sul futuro.

Una volta tornati a casa, si è seguiti da una puericultrice che farà una prima visita a domicilio, mentre le settimane successive verranno fissati appuntamenti di controllo con il medico o la puericultrice, presso un centro medico a breve distanza da casa (ogni distretto della città ne ha uno). Lì ci si può recare quando si vuole per pesare il bambino, per chiedere chiarimenti o per qualsiasi problema, ma anche per incontrarsi con le altre mamme e papà e scambiarsi qualche consiglio.

Molto diverso da come funziona in altri paesi? Aggiungo anche che ogni bar, ogni ristorante, ha un bagno attrezzato con fasciatoio per il vostro piccolo.. che potrete allattare ovunque senza problemi e che i grandi centri commerciali hanno addirittura una o più sale dedicata all’allattamento e al cambio del pannolino, con fasciatoi, lavandini, divanetti, microonde, cuscini di semi e giochi per i bimbi più grandi.

Per il resto, avere un bambino in Norvegia è come averlo in tutti gli altri posti: pannolini come se piovesse, qualce notte insonne e il vostro mondo che inizia e finisce su quel divano, stretto nell’abbraccio tra vostro marito e la vostra bimba.

A presto

Arianna