TRAFFICO

Trondheim, 15 gennaio 2020

So che nei gorni di Natale si dovrebbe evitare di andare a fare compere. Sai gia’ che ci metterai un tempo indicibile a trovare parcheggio, che la ressa nei negozi ti garantira’ quella simpatica emicrania che ti accompagnera’ fino a sera e che tutto il tuo spirito natalizio sfumera’ tra i visi irritati e le lamentele di chiunque ti soffermerai ad osservare. Ma lo abbiamo fatto lo stesso. Un po’ perche’ Gabriele non sa resistere ai banchi del fresco dei negozi italiani, visto che in Norvegia sono quasi inesistenti, e un po’ perche’, nonostante i regali pianificati con foglio excel sull’agenda mesi prima, alla fine manca sempre qualcosa. E’ stata dura, ma siamo sopravvissuti.

Le ferite riportate sono state piu’ profonde quando abbiamo avuto la fantastica (almeno cosi’ ci sembrava) idea di andare in macchina in centro a Milano per uno spettacolo a teatro. Ringrazio il fatto che Carlotta, in quella ora in mezzo al peggior spettacolo di civilta’ umana seduta su mezzi di trasporto, stesse dormendo.

Per farla breve: in coda a San Babila. Avvenenti signore sui loro suv che suonavano urlando improperi che poco si sposavano con il loro aspetto curato. La ragazza sul suv di fianco a noi urlava, attaccata al clacson, al resto della fila davanti, che era verde quindi dovevano muoversi e che non sapevano guidare. Il padre di famiglia di fronte urlava a finestrino abbassato parole inudibili da un maggiorenne, ma che sono certa i suoi due bambini sul sedile posteriore ricorderanno perfettamente. I pedoni che passavano con il semaforo rosso lamentandosi delle macchine (in colonna, ma con il semaforo verde) che occupavano l’area delle strisce pedonali.

Io e Gabri eravamo attoniti. Non tanto per la poca logicita’ di suonare ad una colonna di macchine, che evidentemente se potesse muoversi lo farebbe immediatamente, ma quanto per l’astio e il livello di nervosismo delle persone. Era domenica. Domenica. Dico, cosa avrai di tanto urgente da fare? Il nostro spettacolo sarebbe iniziato da li’ a dieci minuti, ma metterci a suonare clacson o inveire sugli altri non avrebbe comunque risolto la situazione..

Mi sono immaginata quello stesso tratto di strada durante un giorno lavorativo dell’anno, dove magari passi ogni giorno uscendo dalla metro, e ti trovi esposto a tutto quel carico di emozioni negative che ti galoppano in testa fino a sera. E via cosi’, giorno dopo giorno..

Forse non ci siamo piu’ abituati, ho detto a Gabri, perche’ ancora mi stupisco delle auto che sfrecciano in autostrada, palesemente fuori dal limite di velocita’, e ti arrivano quasi sul lunotto posteriore abbagliando come se a bordo avessero la moglie incinta che sta per partorire. O di quelli che non si spostano mai dalla corsia di sorpasso, a parte quando si sparano un cambio di tre o quattro corsie a duecento all’ora, pochi metri prima della loro uscita. O ancora quelli che pensano che le strisce pedonali siano una decorazione stradale, quelli che accelerano se vedono che stai per impegnare la loro corsia, quelli che attraversano a piedi dove capita, che parcheggiano in terza fila ‘tanto faccio in un attimo’ e cosi’ via.. Non ci siamo piu’ abituati, e nemmeno ci vogliamo riabituare a questo clima da Schumacher falliti che sfogano con l’auto le loro repressioni quotidiane.

Trondheim – Midtnorsk debatt

Mi tengo volentieri il banco del fresco del negozio italiano, ma tutto il contorno lo sposto volentieri in Norvegia, dove so che non saro’ investita se attraverso sulle strisce anche senza guardare, dove la macchina dietro di me fara’ sempre ben attenzione a mantenere la distanza di sicurezza, dove i limiti di velocita’ sono una logica necessita’ e non un vezzo di alcuni (anche perche’, se qui li superi, stai tranquillo che all’arrivo a casa della multa te lo ricordi che la volta successiva dovrai stare piu’ attento), dove le auto stanno ordinate in colonna mentre vicino a loro passano bus, taxi e macchine elettriche sulla corsdia dedicata. L’importante, qui, e’ rispettare le regole. Perche’ provate ad attraversare con il semaforo pedonale rosso: verrete prontamente richiamati dal primo automobilista di passaggio o dalla mamma in attesa di attraversare con i suoi bimbi.  ‘Autoeducazione della popolazione’: una cosa che adoro.

E sicuramente troverete anche qui il bullo che guida fuori dal limite, o attraversa con il rosso, o non da la precedenza.. ma datemi retta: quasi sicuramente non sara’ norvegese.

A presto

Arianna